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Basta negare i cambiamenti climatici: il nuovo corso di Google e YouTube

Dopo il giro di vite contro chi nega l’utilità storica dei vaccini e incita gli altri a non vaccinarsi, YouTube aggiorna le sue politiche anche per quanto riguarda il mondo della sostenibilità. Come si legge su TechCrunch il motore di ricerca e la sua piattaforma controllata – il secondo sito con più utenti al mondo dopo Facebook – non inseriranno più pubblicità e non consentiranno la monetizzazione sui video nei quali si negano i cambiamenti climatici in atto. Nel mirino ci sono tutti quei contenuti che contraddicono “il consenso scientifico consolidato sull’esistenza e le cause del cambiamento climatico”. Da anni il dibattito sul ruolo attivo dei social e delle piattaforme nella formazione dell’opinione pubblica registra numerose proteste da parte di chi – tra politici e cittadini – richiede maggiore attivismo da parte delle Big Tech nel contrastare le fake news.

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Cambiamenti climatici: YouTube è affidabile?

In un anno movimentato, partito con il clamoroso ban di Trump da Twitter (e a cascata da tutte le altre piattaforme), le multinazionali tech stanno operando con scelte di maggior moderazione e controllo sui contenuti. Al momento è ancora presto per capire se simili operazioni contribuiranno o meno a creare un ambiente social più sicuro e salubre. Finora abbiamo invece assistito a un proliferare di fake newsvideo virali e contenuti manipolati che hanno fatto le fortune di queste aziende sulla quali le persone passano sempre più tempo (cedendo dati).

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Il fatto che anche le Big Tech come Google e YouTube vogliano prendere sul serio l’informazione in merito ai cambiamenti climatici è una buona notizia. Anche se, potrebbero avanzare alcuni, tardiva. In un’epoca in cui la sostenibilità interessa la maggior parte degli italiani (oltre il 75% secondo recenti dati), il web non è sempre un luogo ideale per informarsi in maniera affidabile.


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